Serri, paese al confine tra Sarcidano e Trexenta e borgo autentico d’Italia che ospita poco più di 600 abitanti, aprirà le porte ai turisti domenica 20 novembre in occasione del terzo appuntamento di Saboris Antigus. Da visitare ci saranno Is Domus e Is Pratzas nelle vie del centro storico con le ormai collaudate degustazioni di prodotti tipici e le esposizioni artigianali. Al cibo e all’arte profana, si affianca quella di stampo religioso, con un itinerario che prevede la visita alla chiesa parrocchiale di San Basilio Magno, e alla chiesetta di Sant’Antonio Abate, dove i visitatori troveranno allestita anche una mostra di arte sacra.
Per quanto concerne la parte archeologica, dalle ore 9 alle ore 15 circa, sono previsti i bus navetta per la visita al Santuario Nuragico di Santa Vittoria e agli scavi archeologici. Il Santuario è uno dei siti archeologici più importanti, affascinanti e misteriosi della Sardegna: si estende per circa 22 ettari al confine con la Giara di Serri, e si pensa possa essere stato frequentato già a partire dalla prima fase della civiltà nuragica. Gli scavi archeologici stanno continuando a restituire importanti pezzi della storia passata: l’area sacra con il tempio a pozzo, dedicato al culto delle acque, il recinto delle feste, la zona delle abitazioni e la curia e inoltre la più grande capanna delle riunioni rinvenuta nell’isola. Prevista in paese l’inaugurazione della mostra dei bronzetti (sono riproduzioni, gli originali si trovano al museo archeologico di Cagliari) rinvenuti nel sito archeologico.
La Giara di Serri, citata sopra, ha la particolarità di essere l’unica abitata in Sardegna. Si tratta di un altopiano di origine vulcanica che ben si presta a escursioni a piedi o in bicicletta, o ancora a cavallo, e ospita l’abitato del paese dal quale si può ammirare un panorama mozzafiato che va a perdita d’occhio dal Gennargentu alle Colline della Marmilla.
Alle ore 10 è prevista l’inaugurazione de La Casa del Grano nelle ex scuole medie, dove ci sarà la lavorazione e degustazione de su civraxiu e de su cocci pintau, con il corso dedicato ad adulti e bambini di pasta fresca: sa fregula, is pitzottis serresus, che si condiscono con il sugo fatto con la carne di maiale. Interessante da visitare anche la mostra avicola, che riserverà molte sorprese e curiosità sulle usanze del borgo.
Serri, oltre ad essere borgo autentico d’Italia è stato insignito per due volte della bandiera verde agricoltura, nel 2016 e nel 2019, un riconoscimento a livello nazionale che premia le politiche di tutela e valorizzazione dell’ambiente e del paesaggio. Dal paesaggio rurale si passa alle bellezze del paesaggio urbano, con il trekking – visita guidata nel centro storico alla scoperta dei murales.
L’antica ricetta. Nel grande paniere delle prelibatezze gastronomiche ereditate da generazioni e ancora cucinate in paese, c’è quella tipica de is Pitzottis serresus, da presentare a tavola conditi con un sugo di carne di maiale. Gli ingredienti per sei persone sono: mezzo chilo di farina, acqua e un po’ di sale. Si prepara l’impasto all’interno di un recipiente, lavorando la farina e versando pian piano l’acqua, alla quale è già stato aggiunto il sale. Ottenuto un impasto uniforme, lo si lascia riposare per un’ora. Dopodiché si preparano forme allungate, simili a funi, delle dimensioni di un mignolo, si tagliano a piccoli pezzi e si lavorano con le dita, passandoli sopra le trame di un setaccio. Is pitzottis così ottenuti, possono essere cucinati freschi oppure, asciugandoli, si possono consumare anche dopo diversi mesi.