“Un lockdown solo per non vaccinati in Italia sarebbe una misura molto dura e complessa da realizzare, anche se in condizioni medico-sanitarie rilevanti non sarebbe in sé incostituzionale. Meglio però una strategia gradualistica che da un lato aumenti le categorie lavorative con obbligo vaccinale e dall’altro preveda il green pass a due velocità per le attività ludiche e sociali”. Francesco Clementi, costituzionalista, docente di Diritto Pubblico Comparato all’università di Perugia analizza per huffingtonpost.it le ipotesi – ancora teoriche – di nuove restrizioni per la quarta ondata di coronavirus.
L’Austria sta varando il lockdown totale in alcune regioni. L’ipotesi invece di un lockdown solo per i non vaccinati sarebbe percorribile?
Sarebbe una misura molto dura e molto complessa da realizzare, anche per la richiesta di controllo che impone in un Paese con la struttura sociale italiana. Di fronte a condizioni medico-sanitarie rilevanti, tali da giustificarlo, non sarebbe però incostituzionale. Ma a mio avviso la strategia che combina l’intervento sull’obbligo vaccinale per categorie lavorative con il green pass a due velocità è la più adeguata proprio per evitare quella prospettiva
La strada del green pass a “doppio binario”, ovvero escludendo chi ha fatto il tampone anziché il vaccino (o è guarito dal virus) dunque è costituzionalmente percorribile?
Lo è se si trattasse di escludere i non vaccinati da una serie di attività collettive e sociali quali l’accesso a bar, ristoranti, palestre, cinema, teatri. Perché non si vieterebbero attività primarie né si lederebbero diritti essenziali della persona ma si limiterebbe solo una parte della dimensione pubblica. Viceversa, applicare questa distinzione all’accesso alla scuola o al lavoro porrebbe forti rischi di discriminazione. Anche perché il tampone è già un impegno a farsi carico della salute altrui.