Se fino a poco tempo fa il porto canale di Cagliari lavorava a pieno ritmo, a giugno scorso è arrivata la crisi; il crollo del traffico ha travolto le aziende che lavorano nella scalo cittadino e, la principale compagnia di trasporti navali che rappresenta il più importante operatore di movimentazione container, la tedesca Hapag Lloyd, ha deciso di cancellare alcuni scali al porto canale di Cagliari.
Ciò ha avuto come conseguenza la comunicazione del Ministero delle Infrastrutture all’Autorità di Sistema Portuale della Sardegna che non avrebbe concesso nessuna autorizzazione alla costituzione dell’Agenzia del lavoro a causa dei bassissimi, quasi nulli, livelli di traffico che si sono registrati in quest’ultimo anno di attività. I vari i incontri tra il Presidente dell’Autorità Portuale con i colleghi degli altri porti d’Italia e, l’ultimo incontro al Ministero per definire una soluzione che potesse confermare la costituzione dell’agenzia del lavoro, non hanno, a questo punto, prodotto gli effetti sperati.
Comunque, quello su cui occorre concentrare l’attenzione è la perdita di traffico del porto canale, di cui la non istituzione dell’Agenzia del Lavoro è una conseguenza diretta. Il mercato della movimentazione dei container sta attraversando una fase di grandi cambiamenti per effetto di una riorganizzazione dei mercati, determinata da nuovi assetti ed accordi fra le grandi compagnie, dall’ingresso delle stesse nella proprietà dei terminal, dall’acquisizione degli stessi da parte di nuovi operatori. A ciò si somma la diminuzione rilevante che l’intero gruppo Contship Italia ha avuto nei terminali italiani coinvolgendo anche il porto di Cagliari (-28% nei primi nove mesi dell’anno 2017).
Nel caso del porto canale di Cagliari quindi occorre, in prima istanza, dialogare con l’attuale terminalista Contship e valutare e verificare insieme, unendo le forze, le più opportune azioni congiunte per rilanciare le attività di movimentazione dei container
C’è da rimarcare, ancora una volta, il grande potenziale che offre il Porto canale di Cagliari, grazie alla disponibilità di immensi spazi nell’entroterra dedicati alla movimentazione dei container e all’invidiabile posizione geografica nel Mediterraneo. Il porto è diventato uno dei principali terminal container del traffico destinato ai principali porti del Mediterraneo e non solo. Nel 2015 ha registrato, rispetto al 2014, un incremento di fatturato di circa il 2,46%, e si conferma quarto porto italiano di movimentazione container e transhipment con un trend in continua crescita; l’attuale area utilizzata è di 400.000 mq contro i 900.000 mq sfruttabili, attorno alle attività è impegnata una forza lavoro, che ha acquisito nel tempo grande esperienza e competenza, di circa 350 addetti; questo significa che il porto canale di Cagliari offre ancora grandi possibilità di crescita, assolutamente necessaria per assicurare all’Isola tutte le opportunità di sviluppo, capace di cogliere le opportunità che si aprono e accettare la sfida competitiva che arriva dagli altri porti del Mediterraneo.
Una delle chiavi vincenti che può essere messa in campo da parte della politica per un forte rilancio, in considerazione del fatto che dal 2003 ad oggi non è stato fatto nessun concreto investimento nè pubblico né privato facendo venir meno la flessibilità e l’efficienza dei processi portuali in cui il porto primeggiava, sarebbe promuovere azioni per attrarre nuovo traffico proponendo una riduzione delle tasse di ancoraggio, non sconti sulle tariffe determinati anno per anno, ma una programmazione pluriennale così da consentire alle compagnie di poter programmare a lungo termine.
Al momento non servono ipotesi o tavoli tecnici, ma una seria ed efficace politica per salvare i posti di lavoro: la preoccupazione è grande, è assolutamente necessario un’ulteriore ed immediata verifica con tutte le parti coinvolte al processo produttivo del terminal, per mettere in campo tutte le strategie possibili al fine di individuare le soluzioni che consentano non solo la prosecuzione delle attività ma il rilancio ed il potenziamento delle stesse, così da rendere il Terminal altamente competitivo nell’interesse dello sviluppo della Sardegna e, scongiurare la conseguente perdita di un ingente numero di posti di lavoro.
Piero Comandini